Per il decreto legge Cura Italia è corsa contro il tempo. Non solo da parte delle Camere, che puntano a convertire il testo (Dl 18/2020) entro il 1° maggio. Ma anche da parte dei ministeri e delle altre amministrazioni chiamati a varare i decreti attuativi. Il testo approvato dal governo ed entrato in vigore lo scorso 17 marzo prevede infatti ben 30 provvedimenti ulteriori (senza considerare le circolari illustrative dell’Inps che già si annunciano) necessari per rendere pienamente operative le norme a sostegno dell’economia e della sanità nell’emergenza coronavirus.
E si tratta in molti casi di tasselli fondamentali per dare piena efficacia a misure chiave: si va dalla ripartizione delle risorse per la cassa integrazione in deroga fino ai criteri del credito d’imposta per le spese di sanificazione degli ambienti di lavoro, passando per la ripartizione fondo per la promozione del Made in Italy. Senza considerare che è quasi scontato, durante l’iter parlamentare, l’imbarco di ulteriori decreti attuativi che procederà di pari passo con le misure che già si annunciano. Nel Cura Italia, infatti, nelle sue tre letture già previste (Senato-Camera-Senato), confluiranno, sotto forma di emendamenti governativi, due altri decreti sul Covid-19 già all’esame del Parlamento per la conversione: il secondo in ordine cronologico sull’emergenza sanitaria (denominato decreto coronavirus bis) e quello in materia giudiziaria.
Il Fondo per il sostegno al reddito dei lavoratori
Tra le prime misure attuative che andranno varate, ci sono uno o più decreti del ministero del Lavoro per rendere operativo il Fondo per il reddito di ultima istanza a favore dei lavoratori danneggiati dalla crisi della pandemia. Il provvedimento dovrà arrivare entro il 16 aprile. Un Dm Lavoro dovrà trasferire 80 milioni di euro per il 2020 ai Fondi di solidarietà bilaterali alternativi per garantire l’integrazione salariale ai lavoratori. Sempre il Lavoro dovrà ripartire tra le Regioni i 3,3 miliardi necessari alla cassa integrazione in deroga per i lavoratori non coperti da analoghe misure. Le Regioni, a loro volta, con propri decreti dovranno attribuire le risorse ai beneficiari.
L’Inps dovrà poi stabilire le modalità tecnico-operative per accedere con canale telematico al bonus baby sitter da parte dei lavoratori della sanità. Intanto ieri ha comunque pubblicato un messaggio in cui annuncia che presto arriverà una circolare sui congedi parentali, il bonus baby-sitting, nonché sulla estensione della durata dei permessi retribuiti. Attesi anche i chiarimenti dell’Istituto sulla nuova cassa integrazione speciale.
Pmi e Made in Italy
Spetterà al ministero dell’Economia invece stabilire le modalità per il rilascio della garanzia dello Stato per le imprese che non possono accedere al Fondo di Garanzia per la Pmi. Mentre il ministero degli Esteri dovrà provvedere alla ripartizione del fondo per il Made in Italy. Entro il 16 aprile lo Sviluppo economico dovrà fissare le regole per il credito d’imposta per le spese di sanificazione degli ambienti di lavoro.Stessa cosa dovrà fare il Viminale per gli uffici degli Enti locali. Mentre il Miur per velocizzare l’abilitazione dei medici dovrà provvedere a modificare l’ordinamento didattico.
Per Alitalia serve un decreto dell’Economia
È rinviato a un decreto dell’Economia anche l’intero capitolo che riguarda Alitalia. Per la Newco – che nascerà dalla chiusura della gestione commissariale interamente controllata dal Mef o da una società a prevalente partecipazione pubblica, anche indiretta – le modalità di costituzione sono disciplinate rinviando, come spiega la relazione, «allo strumento più rapido, ossia il decreto» di via XX settembre per la definizione «degli elementi essenziali della società, incluso l’oggetto sociale».
L’Economia dovrà attuare anche le norme che estendono l’accesso al Fondo Gasparrini per i mutui prima casa alle partite Iva che subiscono un calo del fatturato superiore al 33% di quello dell’ultimo trimestre 2019. Tempi stretti poi per il provvedimento del Capo del dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria del ministero della Giustizia, che entro il 27 marzo dovrà individuare il numero «di mezzi elettronici e altri strumenti tecnici» come i braccialetti elettronici, necessari per dare applicazione alla norma che consente la detenzione domiciliare per chi deve scontare una pena fino a diciotto mesi.